Jean-Jacques Rousseau, vita, opere e pensiero

Rousseau nacque a Ginevra nel 1712; a 16 anni lasciò la città e venne accolto dalla dama Louise Warens, per l’influenza della quale si convertì al cattolicesimo. Studiò in seminario a Torino. Nel 1742 si stabilì a Parigi dove dava lezioni di musica, componeva lavori teatrali e frequentava i circoli illuministi; scrisse le voci di argomento musicale dell’Enciclopedia.

Nel 1750, con il Discorso sulle scienze e le arti, vinse il concorso bandito dall’Accademia di Digione sul tema “Se il rinascimento delle scienze e delle arti abbia contribuito a migliorare i costumi” ed acquisì notorietà in una società che disprezzava, come emerge chiaramente nella prefazione dell’opera teatrale Narciso o l’amante di sé stesso.

Nel 1753, con la Lettera sulla musica francese, si schiera a favore della musica italiana, provocando violente reazioni. Nello stesso anno l’Accademia di Digione lanciò un nuovo concorso chiedendo “Quale sia l’origine della disuguaglianza tra gli uomini e se sia autorizzata dalla legge naturale”. Rousseau rispose con il Discorso sull’origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini, che, pubblicato nel 1755, suscitò vaste polemiche ed indebolì il rapporto fra Rousseau e gli illuministi: la sfiducia nel progresso, il rifiuto della modernità, la condanna della raffinatezza della società parigina, la critica al materialismo di D’Holbach sono i motivi che portarono alla rottura con gli illuministi. A ciò si aggiunge la polemica con d’Alembert sugli spettacoli teatrali, che, secondo Rousseau, corrompevano i costumi mostrando esempi di passioni smodate.

Nel 1758 termina il romanzo Giulia, o la nuova Eloisa ed inizia il Contratto sociale e L’Emilio, o dell’educazione, che, pubblicati nel 1762, vengono entrambi condannati. Sotto la protezione di Federico II di Prussia, Rousseau trovò una certa tranquillità e si riavvicinò alla religione calvinista. Tuttavia, nelle Lettere dalla montagna, accusò l’oligarchia ginevrina di aver instaurato un regime dogmatico ed intollerante; l’opera venne messa al rogo, come l’Emilio, e Rousseau si rifugiò in Gran Bretagna, ospite di Hume. Scosso da agitazioni nervose, romperà anche questa relazione accusando Hume di complottare ai suoi danni.

Tornato in Francia termina le Confessioni e ne dà pubbliche letture, spinto da un bisogno di discolparsi (aveva cominciato a scriverle nel 1764 e vennero pubblicate postume). Per difendersi scrive anche Rousseau giudice di Jean-Jacques, concluso nel 1775. L’anno seguente inizia Le fantasticherie del passeggiatore solitario, incompiute. Muore nel 1778 ad Ermenonville.