Pre-darwiniani – Linneo, Buffon, Lamarck e Cuvier

Argomenti: i pre-darwiniani, la scoperta del tempo e delle estinzioni, il fissismo di Linneo, il trasformismo naturale e la teoria di Lamarck.

La teoria evoluzionista è stata resa possibile anche dalla cosiddetta “scoperta del tempo “compiuta nel ‘700 e prima della quale veniva attribuita al pianta Terra una storia di poche migliaia di anni. Fu ugualmente importante capire che i fossili erano resti di esseri viventi e che alcuni gruppi di organismi si erano estinti. Si cercò, poi, di conciliare la realtà delle estinzioni con il fissismo sostenuto, ad esempio da Linneo (1707-1778), che nel Systema Naturae del 1735 sosteneva che le specie non mutano e sono tante quante vennero create in origine: le specie rimangono immutate finché non si estinguono a causa di catastrofi (fra i catastrofisti c’era Cuvier) e le zone spopolate accolgono o una nuova creazione divina, o gli esseri provenienti dalle regioni vicine. Poiché predominava l’idea che lo scienziato dovesse limitarsi a classificare i fatti, senza avanzare ipotesi lontane dai fenomeni, i naturalisti si fermavano alla considerazione della successione delle forme naturali e se anche immaginavano una natura in trasformazione, non davano un ruolo centrale alla discendenza. Fu soprattutto il filone materialista dell’illuminismo (Diderot, d’Holbach, La Mettrie, Helvétius) a sostenere il trasformismo naturale, che Leclerc de Buffon (1707-1788), spiegò come dovuto all’influenza dell’ambiente. A fine ‘700 cominciò a circolare l’idea che le specie attuali fossero discendenti modificati delle forme estinte e nell’anno 1800 Monet cavaliere di Lamarck (1744-1829) propose la prima compiuta teoria evoluzionista, che espose in varie opere tra cui la Filosofia zoologica (1809) e la Storia naturale degli invertebrati (1815-‘22); escludendo le ipotesi dei cataclismi e delle creazioni successive, Lamarck affermò che la storia della Terra e della natura si caratterizzasse per continue e lente trasformazioni: le specie considerate estinte si sono in realtà trasformate e solo l’uomo può spezzare la continuità della natura distruggendo forme di vita. Le cause delle variazioni sono l’influenza dell’ambiente (che induce l’organismo ad adattarsi ad esso) e l’uso o disuso degli organi e delle strutture che di conseguenza si sviluppano o si degradano; a fondamento della teoria lamarckiana c’è l’ereditarietà dei caratteri acquisiti, sostenuta anche da Darwin e rivelatasi falsa. Fra i critici di Lamarck c’era George Cuvier (1769-1832) che, richiamandosi alle leggi dell’anatomia comparata, obiettava che il piano strutturale secondo cui sono organizzati i corpi non può essere alterato oltre un certo limite.